March 7, 2025

Da settimane assistiamo, non senza perplessità, all’abbattimento di numerosi pini nella città di Brindisi, dopo il drammatico incidente e la conseguente tragica fine di un giovane brindisino e dopo l’intervento della magistratura.

Nel corso degli anni più volte abbiamo posto a dimora dei pini, privilegiando aree abbandonate o degradate che oggi offrono di sé un ben diverso aspetto. La tutela del patrimonio verde in generale e dei parchi, in primo luogo a Brindisi, ha criticità, tant’è che ripetutamente abbiamo evidenziato la necessità di costituire un “Ente parco Brindisi natura”. I pini sono alberi che fanno parte del paesaggio italiano, ma oggi sono oggetto di critiche e di abbattimenti, soprattutto per posizionamenti scorretti. Interventi di manutenzione discutibili quali realizzazione di piccole aiuole, ripetute capitozzature, scavi in prossimità della base dei fusti, marciapiedi ed asfalto a ridosso dei tronchi ne pregiudicano la sopravvivenza. E tali pratiche non riguardano solo in pini, ma un po’ tutto il verde in città.

Sappiamo bene che le radici dei pini emergono dal piano stradale determinando condizioni di dissesto non per una loro intrinseca architettura (le radici dei pini sono tra le più profonde in ambito arboreo), ma per l’impermeabilizzazione del terreno circostante dovuta alla pavimentazione dei marciapiedi e/o al manto bituminoso che rendendo, il terreno povero di ossigeno, obbliga le radici a svilupparsi in superficie per poter respirare. Si formano quindi, su radici avventizie che crescono in tutte le direzioni, dei “noduli radicali” che, compressi e soggetti a un continuo carico orientato, aumentano vistosamente di volume sconnettendo marciapiedi e pavimentazioni stradali. Per quanto indicato, riteniamo inammissibile un abbattimento su ampia scala, giustificabile in qualche caso specifico, e prendiamo atto dell’impegno dichiarato dall’amministrazione comunale di piantumazione di nuove essenze arboree.

Ma prove sul campo e ripetute ricerche, nonché esperienze virtuose condotte in tante città italiane, hanno reso possibile e confermano l’efficacia di metodi innovativi che consentono, previa preventiva valutazione, il ripristino dell’asfalto e delle pavimentazioni stradali danneggiate dalle radici degli alberi, assicurando in tal modo la sicurezza dei percorsi, unitamente alla conservazione degli esemplari arborei presenti ai lati delle strade. Perché la possibilità di eseguire tali utili interventi continua ad essere ignorata?

Il verde urbano è bene comune, non del Comune, che resta comunque deputato alla sua gestione informando correttamente la cittadinanza e le associazioni quando supposte criticità inducano all’abbattimento di alberi che, lungi dall’essere senescenti, rappresentano un patrimonio prezioso, oltre che per l’indiscutibile bellezza, per il raffrescamento della città, per la cattura e stoccaggio di CO2, di inquinanti, per la riduzione dei rumori e dello stress psico-fisico.

Il patrimonio verde e i parchi sono il biglietto da visita per una città finalista Capitale della Cultura 2027, il cui protocollo prevede l’attuazione degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

 

LEGAMBIENTE e ITALIA NOSTRA BRINDISI

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