In merito all’operazione “Mela Stregata” congiunta tra ICQRF e GdF relativa alla scoperta e al sequestro in Sardegna e in Puglia di prodotti agro farmaci non ammessi in Italia in quanto contenenti una sostanza altamente nociva per l’uomo e per l’ambiente, riceviamo e pubblichiamo un approfondimento ricco di informazioni di natura tecnico-scientifica, sociale e giuridica, a firma di Luciano O. Atzori, Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi e Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità“.
PREMESSA
Di recente ricercatori dell’Università di Newcastle, facendo uno studio comparato (pubblicato sul British Journal of Nutrition) su ben 343 studi/articoli scientifici effettuati in merito ai prodotti biologici, sono arrivati alla conclusione che l’orto-‐frutta ed i cereali coltivati con tecniche di tipo biologico contengono circa il 17% in più di antiossidanti (con addirittura in alcuni prodotti il 69% in più di flavanoni) rispetto agli stessi prodotti ottenuti attraverso la cosiddetta agricoltura tradizionale (cioè con l’uso di fitofarmaci e di concimi di sintesi).
Si ricorda che gli antiossidanti in generale esplicano effetti positivi nella prevenzione di tumori, di problemi cardiovascolari e nel controllo dei radicali liberi. Già questi risultati sono molto importanti, ma se a questi sommiamo il fatto che nei prodotti biologici di natura vegetale si ritrovano concentrazioni molto più basse di residui di principi attivi presenti negli agro farmaci e di metalli pesanti (es. di cadmio) non vi sono dubbi su quali prodotti acquistare e consumare. Questo è quanto sempre più persone pensano spinte dalle continue ricerche nel settore e dalla crescente fobia degli effetti dell’inquinamento e delle frequenti frodi e sofisticazioni alimentari. Insomma sempre più persone si avvicinano ai prodotti “bio” e/o “naturali” senza però conoscerli per davvero.
Basti riflettere al concetto di “naturale”, che sotto qualunque forma ma soprattutto se legato agli alimenti, evoca un senso di sicurezza in quanto viene erroneamente scambiato per sinonimo dei termini quali “genuino”, “sano”, “sicuro”, ecc.
Questo accade non solo tra i consumatori, cioè tutti noi, che sempre più spesso preferiamo i prodotti “biologici” in quanto “naturali”, ma anche tra gli agricoltori, che spesso, in quanto non adeguatamente formati, cadono nella “trappola” di avidi e poco onesti commercianti i quali gli propinano prodotti “naturali” (cioè non di sintesi) che frequentemente hanno effetti nocivi per l’ambiente, per l’uomo e nei confronti degli animali. Un esempio di ciò sono i recentissimi fatti.
I FATTI
A seguito di una segnalazione di FederBio (associazione italiana che riunisce agricoltori biologici e biodinamici) dei primi del 2014 al dipartimento ICQRF (Ispettorato Centro della tutela della Qualità e Repressione Frodi agro-‐ alimentari) di Roma si è avviata un’intensa e duratura (diversi mesi) attività investigativa congiunta con la Guardia di Finanza che nel mese di giugno ha condotto alla denuncia di un uomo sardo e al sequestro di oltre 10.000 Kg di prodotti nocivi stoccati presso un’azienda ubicata nella provincia di Cagliari.
Recentemente le indagini si sono estese conducendo gli investigatori in Puglia dove, nel deposito di un importatore, sono stati sequestrati 30.500 litri e 25.000 Kg di prodotti spacciati per “fertilizzanti”, ma in realtà contenenti “Matrina” (sostanza non commercializzabile nei paesi dell’UE e quindi anche in Italia perché neurotossica quanto i più pericolosi e dannosi fitofarmaci quali i carbammati, i fosforganici e i cloro derivati come il DDT) per un valore totale, se venduti al dettaglio, di circa 3.500.000,00 euro. La complessa operazione congiunta (ufficiali appartenenti all’ICQRF Sardegna e il nucleo di PT della GdF), definita “Mela Stregata”, ha potuto appurare che i prodotti sequestrati (provenienti soprattutto dalla Cina e dall’India) erano destinati principalmente all’agricoltura biologica e sarebbero stati smerciati come corroboranti e/o fertilizzanti organici in molte regioni dell’Italia.
LE CONOSCENZE TECNICO--SCIENTIFICHE E GIURIDICHE
La Matrina (nota anche come Matrene, Matrinium, Matrines, Vegard, ecc.) è una sostanza naturale (precisamente è un alcaloide) largamente diffusa in Oriente (soprattutto in Cina e in India) che si estrae dalle radici della specie vegetale Sophora Flavescens (leguminosa diffusa principalmente in Cina). Visto il metodo di produzione può essere facilmente falsificabile e quindi spacciabile come fertilizzante “bio” cioè “naturale”.
In realtà è un potente agro farmaco (sostanza che cura le patologie delle piante o ne regola i processi vitali, non a caso in Vietnam e in Cina è registrato come “pesticide” e usato per controllare insetti, nematodi, acari, protozoi, batteri e funghi), senza alcun potere concimante e ammendante.
Per ingannare gli agricoltori spesso i prodotti illegali a base di Matrina vengono etichettati e immessi sul mercato, oltre che come fertilizzanti organici (con l’indicazione di “estratti di origine vegetale”), anche come preparazioni biodinamiche o come “corroboranti e/o potenziatori della resistenza delle piante” che, come definito dall’art. 38 del D.P.R. 290/2001 mutato dall’art. 17 del D.P.R. 55/2012, possono essere introdotti sul mercato solo se “il loro uso non provoca effetti nocivi né immediati né ritardati sulla salute umana, degli animali e sull’ambiente”, se “iscritti in una lista di corroboranti redatta e periodicamente aggiornata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentai e Forestali” e se “nell’etichetta sono riportate le indicazioni concernenti la composizione qualitativa e quantitativa, le modalità e le precauzioni d’uso, l’identificazione del Responsabile Legale dell’immissione in commercio, lo stabilimento di produzione e di confezionamento nonché la destinazione d’uso”. Ovviamente la domanda di approvazione di questi prodotti deve essere corredata dalla “valutazione dei possibili effetti sulla salute umana, degli animali o sull’ambiente sulla base di studi scientifici disponibili” ed il “corroborante verrà approvato, sentito il Ministero della Salute, solo dopo pertinenti valutazioni effettuate da una apposita commissione tecnica”.
La Matrina è un composto fitofarmaco con specifici effetti fitoiatrici (azione neurotossica) che inibisce l’attività della colinesterasi provocando la sindrome da avvelenamento con tremori, scordinamento dei movimenti, scarso equilibrio, disturbi intestinali e la morte per blocco della respirazione. Oltre a questi sintomi acuti i composti neurotossici possono determinare fenomeni di bio-‐ accumulo nei tessuti lipidici provocando nel tempo fenomeni di tossicità cronica. Visti gli effetti della Matrina il suo commercio in Italia può essere ascrivibile al reato di violazione della normativa a tutela della salute pubblica e precisamente degli artt. del Codice Penale 441 (“Adulterazione e contraffazione di sostanze in modo pericoloso alla salute pubblica”), 444 (“Commercio di sostanze alimentari nocive”), 452-‐bis (“Inquinamento ambientale”) e 515 (“Frode nell’esercizio del commercio”). La commercializzazione e l’uso di questi prodotti agronomici artefatti spesso viola anche quanto stabilito dal Regolamento 1107/2009 “relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le Direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE” e dal D.Lgs. 150/2012 “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”.
CONCLUSIONI
Appare chiaro che i produttori e commercianti disonesti, conoscendo bene le “debolezze” degli agricoltori (cioè la loro scarsa informazione/formazione), effettuando un abuso nelle loro pubblicità ed etichette dei termini “bio”, “naturale” e “organico”. Appare altrettanto chiaro che non tutto ciò che è “naturale” è innocuo o addirittura salutare, infatti, proprio per questo motivo bisogna sempre effettuare dei validi studi. Le false aspettative dei consumatori verso il termine “naturale” (in lingua inglese “organic”) di recente ha portato la Consumer Reports americana ad avviare una petizione online per eliminare questo termine forviante dalle etichette dei prodotti alimentari.
Nonostante fatti come quelli sopra riportati l’Italia risulta essere uno degli stati UE con minor presenza di residui tossici nei prodotti orto-‐frutticoli basti pensare che nel 2014 sono state effettuate determinazioni analitiche su circa 79 mila campioni prelevati da 647 diversi tipi di alimenti e oltre il 97% delle analisi ha evidenziato il rispetto dei limiti di legge dei residui. Questi risultati sono l’effetto del diffondersi dell’agricoltura biologica, del rispetto da parte delle aziende agricole delle procedure imposte dalla normativa vigente e soprattutto dell’intensa attività degli organi preposti al controllo: senza l’azione congiunta dell’ICQRF Sardegna e della GdF oggi in Italia molti agricoltori avrebbero adoperato la Matrina causando sicuramente gravi danni alla salute di tanta gente che ancora ha fiducia nelle credenze popolari quali “una mela al giorno…” senza sapere che se non ci fossero degli ufficiali (che lavorano ogni giorno in silenzio e spesso rischiando di persona) molti di noi potrebbero incappiamo in una “mela stregata”…
Dr. Luciano O. Atzori
Consigliere e Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità Coordinatore del Comitato EXPO2015
Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute
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