June 17, 2025

Un tumore in più ogni 10.000 esposti può costituire un numero accettabile per l’ARPA Puglia ma non lo è certo per la nostra Costituzione secondo la quale il bene della salute costituisce un “diritto fondamentale” e l’attività economica privata e pubblica deve essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Certo non è rassicurante la logica secondo la quale sarebbe una buona notizia l’esito di un accertamento per il quale “le probabilità aggiuntive per la popolazione di sviluppare un tumore nella loro vita risulterebbero inferiori a 1 su 10.000”: il che significa che su 100.000 abitanti esposti a rischio “ meno di 10” sarebbero destinati a contrarre il cancro. Senza poi considerare che lo studio dell’ARPA costituisce una simulazione che non tiene conto dei danni alla salute diversi da quelli cancerogeni (a partire dalle malattie cardio-respiratorie) e che, allo stato, prescinde dalle tante altre fonti di inquinamento.
C’è allora poco da stare tranquilli mentre tranquillo si sente il responsabile della Centrale di Cerano al quale ricordiamo che per il nostro Statuto la vita di ogni uomo è un diritto inviolabile sicchè l’esposizione a rischio di contrarre il cancro, e quindi spesso di andare incontro alla morte, di dieci cittadini su 100.000 esposti non è un danno accettabile ma una tragedia per fronteggiare la quale ci vorrebbero leggi più rigorose, come avviene negli Stati Uniti ed accertamenti più ampi ed approfonditi come accade nelle comunità più rispettose dei diritti umani. E’ vero, l’industrializzazione comporta inevitabili costi ma in un Paese civile la legge, le istituzioni ed il mondo delle imprese sono tenuti a porre radicali rimedi a forme di inquinamento che aggrediscono l’ambiente e seminano malattie e morte.
In particolare, la simulazione di dispersione degli inquinanti di recente presentata dall’ ARPA in relazione alla Centrale a carbone di Cerano è stata definita un’attività scientifica ma per la legge sulla Valutazione del Danno Sanitario (VDS) si tratta di un atto che, quando sarà completo dei dati sanitari, avrà sicuri impatti sulla salute umana, visto che dalle sue risultanze deriva la prosecuzione o meno di una attività industriale pericolosa. Avere la certezza che una simile simulazione sia assolutamente aderente alle realtà risulta pertanto fondamentale. Gli stessi autori della parte di VDS presentata non hanno nascosto i limiti del loro lavoro: le misure al camino non sono in continuo ma rilevate nel corso di alcune campagne perchè non si è mai realizzato il monitoraggio in continuo ai camini.
Ma c’è di più perché le misure riguardano un anno in cui l’attività della centrale non era al massimo, non si tiene conto delle emissioni lungo il nastro trasportatore, si valuta il rischio sanitario solo per inalazione quando sappiamo che molti inquinanti entrano nella catena alimentare, il modello non include la radioattività. Ciò nonostante nelle zone “più calde” della simulazione si ipotizza 1 caso ogni 30mila esposti, 3 ogni 100.000 e così via. Nessuno è responsabile di questi tumori. Non vediamo le ragioni della soddisfazione con cui i responsabili dell’impianto hanno accolto l’esito della simulazione. Al contrario, dai contenuti presentati dall’ARPA emerge immediata la necessità di valutare lo stato di salute dei lavoratori e delle famiglie che vivono in prossimità della Centrale di Cerano, nelle campagne, a Torchiarolo e a Tuturano.

 

Ma un’altra obiezione sorge spontanea: la VDS confronta annualmente i dati sanitari di un area con presenza di industrie rispetto alla media regionale. Non si tratta quindi di uno strumento neutro, esente da errori. La media regionale contiene lo stesso sito inquinato in esame ed anche altri forse più inquinati. Un confronto più corretto dovrebbe avvenire con situazioni geografiche analoghe in assenza di attività industriali.
Sappiamo già che intorno alle centrali a carbone vi sono più malattie e più decessi: lo dice l’Agenzia Europea per l’Ambiente e lo dice anche una corposa letteratura internazionale. Negli Stati Uniti si svolge biennalmente un congresso su come ridurre le emissioni delle centrali a carbone. Nel North Carolina (USA), dove c’erano nel 2000 19 centrali a carbone, tra chiusure e riconversioni, sono stati migliorati tutti i parametri di salute.
Siamo ancora in attesa del primo triennio del Registro Tumori che quando sarà pronto fornirà dati vecchi di 6 anni e relativi ad esposizioni di qualche decennio addietro. Sorprende molto che una aggiornata fotografia dello stato di salute di tutto il Comune capoluogo e dei singoli quartieri basata sui dati sanitari correnti (cause di morte, ricoveri, esenzioni ticket, accessi in pronto soccorso, abortività, malformazioni neonatali ecc ), ampiamente disponibili nella ASL e largamente utilizzati in tutto il mondo, non sia stata sinora pubblicata sebbene lo studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità già nel 2011, il buon senso ed il senso di responsabilità la considerano indifferibile.
Questa analisi darebbe informazioni circa l’impatto sanitario delle emissioni industriali sulla popolazione molto più reale della simulazione prevista dalla VDS. Perchè allora non si realizza?

 

FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

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