June 8, 2025

Una domenica mattina che doveva essere dedicata al voto referendario si è trasformata per molti cittadini brindisini in una corsa a ostacoli. Il signor Pasquale, uno dei tanti elettori indignati, ha condiviso la propria disavventura tramite un messaggio sul nostro account Messenger: “Mi reco al seggio di viale Aldo Moro, Scuola Materna Giovanni XXIII e, udite udite… il seggio è chiuso. Nessuna indicazione, nessuna informazione. Solo dopo svariate telefonate vane al Comune, ai vigili urbani e ad altri, viene apposto un avviso: il seggio è spostato alla scuola Crudomonte, a qualche centinaio di metri da lì“.

 

Una testimonianza che fotografa, con chiarezza, l’ennesimo episodio di disorganizzazione in città. E che non rappresenta un caso isolato. Da diverse zone – dalla Commenda al Casale fino a Sant’Elia – sono arrivate segnalazioni analoghe. In alcuni casi, come al Casale, i cartelli indicanti il nuovo seggio sono stati affissi molte ore dopo l’apertura delle urne; in altri, come a Sant’Elia, tutte le sezioni del quartiere più popoloso di Brindisi sono state accorpate alla scuola elementare di via Leonardo Da Vinci, senza che fosse diffuso alcun avviso ufficiale o comunicato stampa da parte del Comune.

 

A voler essere precisi, gli accorpamenti erano già stati disposti in occasione delle scorse elezioni europee. Ma ciò non toglie che una corretta informazione ai cittadini sarebbe stata il minimo sindacale per evitare disagi e legittimo disorientamento. Non tutti, infatti, seguono nel dettaglio gli atti amministrativi, i siti internet o ricordano modifiche logistiche adottate mesi o anni prima.

 

Nel frattempo, al di là dei seggi chiusi o spostati senza preavviso, resta l’immagine sconsolante di una città che fatica a garantire servizi basilari con ordine e chiarezza. Lo stesso signor Pasquale, con amarezza, ci ricorda che il tutto accade “di fronte alla pista ciclabile, che tristemente attende di essere completata, smantellata o chissà cosa”.

 

La gestione raffazzonata, precaria e caotica delle operazioni elettorali è solo l’ultimo esempio di un malessere amministrativo che rischia di allontanare sempre più i cittadini dalle istituzioni. E che impone una riflessione seria, non solo sulla necessità di comunicare con maggiore efficacia, ma anche sul dovere – politico e civico – di ripristinare una distribuzione più razionale ed efficiente dei seggi. Perché, continuando così, al prossimo appuntamento elettorale rischiamo il collasso.

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