June 29, 2025

Brindisi, a volte, ha bisogno solo di crederci un po’ di più. Perché la bellezza ce l’ha. Le storie pure. Le energie non mancano. Lo dimostra ogni anno, quando il calendario di giugno la restituisce alla sua vocazione più autentica: quella di città di mare, di sport, di cultura viva.

 

La regata internazionale Brindisi-Corfù e l’Adriatic Cup, da manifestazioni internazionali legati al mare, si sono trasformate in  manifestazioni di identità ed orgoglio.

Due appuntamenti che ormai fanno parte della mappa emotiva e culturale della città, capaci di trasformare il porto e il lungomare in un palcoscenico mondiale. La vela che solca l’Adriatico e la motonautica che infiamma il porto interno raccontano due anime diverse ma complementari: eleganza e adrenalina, tradizione e innovazione.

 

Dietro c’è lavoro. C’è passione. C’è visione. Soprattutto c’è perseveranza, come quella di Giuseppe Danese, imprenditore di mare che ha saputo tradurre un sogno in una realtà consolidata. La sua Adriatic Cup è diventata un modello, una vetrina, un’occasione che Brindisi ha imparato a riconoscere e a valorizzare.

 

Ma la sfida vera comincia ora: rendere queste esperienze non eccezioni, ma sistema. Non bastano i grandi eventi. Serve una città che sappia riconoscere le opportunità anche nei piccoli gesti, nei luoghi minori, nelle intuizioni nuove.

 

Ed è qui che si inserisce un’altra bella storia brindisina: quella che ha portato alla nascita del campo da basket in piazza Santa Teresa, nel cuore del centro storico. Un’idea semplice ma visionaria, nata dall’intuizione di Gianpaolo Amatori, e realizzata grazie alla disponibilità di Gabriele Perrone, imprenditore brindisino trapiantato a Fidenza, che non ha mai smesso di sentirsi parte di questa città.

 

Il campo è lì, tra la pietra barocca e i rintocchi delle campane, e racconta un’altra idea di città: aperta, sportiva, urbana, contemporanea. Un luogo che può diventare fulcro di aggregazione, partecipazione, cultura sportiva.

 

Ma ora serve riempirlo di vita. Perché non pensare, ad esempio, a un torneo estivo “last minute” che coinvolga le vecchie glorie del basket brindisino e pugliese? O, meglio ancora, riproporre il mitico “Torneo dei Rioni”, che in passato ha saputo accendere passioni vere, rivalità sane, senso di appartenenza?

Sarebbe un modo per unire passato e presente, per far giocare i bambini dove un tempo si passeggiava in silenzio, per dare continuità a un gesto che merita riconoscimento. Sarebbe un segnale forte: Brindisi non si accontenta più di eventi calati dall’alto, ma costruisce dal basso le sue occasioni. Con creatività, con passione, con chi ci crede davvero.

 

La strada è tracciata. Le idee ci sono. Ora serve solo la volontà politica, il sostegno organizzativo, la capacità di fare rete tra istituzioni, imprenditori, associazioni, cittadini.

 

Brindisi può diventare molto più di ciò che è. A patto di non sprecare le idee buone. A patto di coltivarle. A patto di viverle.

 

Pierpaolo Piliego

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