Ho conosciuto Toni Calò, in arte Bungaro, agli inizi degli anni ’80. Era il periodo in cui prestavo la mia voce a Canale 94, la radio degli amici di sempre. Negli studi di via Marco Aurelio si organizzavano trasmissioni e incontri con i primi gruppi alternativi della scena musicale brindisina. Non interessava chi fossero o il genere musicale, importava il loro entusiasmo, sempre più crescente.
In una di quelle occasioni si affacciò per la prima volta in radio un tipo dai lunghi ricci neri e con degli occhiali da sole decisamente originali, cercava spazio nel panorama pop italiano. In seguito, prima dei grandi successi italiani ed esteri, continuò a frequentare i nostri studi, dove, insieme alla sua inseparabile chitarra suonava in diretta le sue prime composizioni in acustico.
Alcuni efficaci spot realizzati per Radio Canale 94 sono rimasti nella storia dell’etere locale. Con grande generosità e sensibilità accettò inoltre il nostro invito di suonare per una serata benefica organizzata per gli ospiti di una casa di riposo di Brindisi.
Oggi Bungaro è uno tra i più eleganti e raffinati cantautori italiani. Ha scritto diversi brani di successo per altri interpreti e vanta dei prestigiosi riconoscimenti, il “Ciak D’Oro” e il “Nastro D’Argento” per alcune importanti colonne sonore. Anticipato dai singoli “Il cielo è di tutti noi” con Fiorella Mannoia” e “Zen” con Saturnino, è stato pubblicato “Entronauta”, il nuovo album di Bungaro, il cui titolo è stato ispirato dall’omonimo libro di Piero Scanziani, candidato a premio Nobel per la letteratura.
“Durante la scrittura di questo disco ho esplorato la parte più nascosta di me guardandomi dentro senza riserve e senza pause attraversando ogni parola, ogni suono e ogni nota di questo mio progetto. Ho ritrovato e liberato le mie radici, il mio meraviglioso dialetto salentino, il suono delle grandi orchestre, l’amore sempre più forte per il mondo acustico. Questo disco e queste canzoni mi assomigliano completamente”.
“Entronauta” è un disco che non fa rumore, fluisce attraverso suoni armonici che privilegiano atmosfere venate da radici. L’album ci conduce ad un viaggio nella sensibilità dell’artista brindisino, si insinua sotto pelle attraverso note essenziali, forse fuori moda, ma dai finissimi accordi.
MARCO GRECO
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